giovedì 28 aprile 2016

Un corso che insegna ai medici ad ascoltare i pazienti

Chi è costretto a frequentare quotidianamente gli ospedali per le proprie cure o per quelle dei  propri familiari, sa perfettamente quale differenza possa fare, in termini umani ma anche banalmente medici, il fatto di incontrare professionisti aperti al confronto e al dialogo.
Sentirsi ascoltati ed accolti da dottori, infermieri o semplici collaboratori è spesso un elemento fondamentale nel processo di guarigione.
E anche quando ci troviamo ad affrontare malattie incurabili, sapere di poter porre le domande più scomode, più paurose e più nascoste ricevendo attenzione, ascolto e accoglienza, è spesso elemento di grande e fondamentale conforto.
In Europa e nel mondo, l’importanza della relazione medico/paziente è elemento di studio e aggiornamento continuo.
In Italia, come capita spesso, arriviamo un po’ in ritardo: come succede a scuola – in cui solo il caso, e non una progettazione specifica,  porta i nostri studenti ad incontrare insegnanti capaci di costruire relazione e confronto – anche in ospedale, fino ad oggi, la possibilità di avere a che fare con medici e infermieri accoglienti è stata soprattutto una questione di fortuna.
È per iniziare a rispondere a questa mancanza che il 6 e il 7 maggio, a Roma, avrà luogo un corso di formazione mirato a scuotere dalle fondamenta il rapporto medico/paziente e dal titolo intrigante: Raccontare è imparare a dare ascolto.
Il corso si strutturerà come un laboratorio di medicina narrativa: una tecnica che in Italia sta cercando di imporsi da anni e che finalmente sembra aver raggiunto anche qui l’interesse di molti professionisti socio sanitari. La due giorni a partecipazione gratuita sta infatti ricevendo decine di richieste di iscrizione, costringendo gli organizzatori ad un’imprevista necessità di selezione.
Scopo del laboratorio è quello di creare una cultura e una pratica diffusa basata sulle capacità di ascolto dei pazienti.
Condividere, ascoltare e creare relazione sono le tre parole chiave su cui si basa il corso: elementi fondamentali per costruire strategie terapeutiche a misura di paziente.
La condivisione, infatti, aumenta la capacità dei professionisti di generare domande chiare e quesiti clinici rilevanti, migliorando le possibilità di intervento efficace. Ad accorgersene sono stati gli americani, che fin dagli anni ’90 adottano la tecnica in particolare con i pazienti affetti da malattie cronico-degenerative.
A tenere il corso sarà Christian Delorenzo, ricercatore di antropologia medica a Parigi: ” La narrazione, l’ascolto, la capacità di esprimere le proprie emozioni e quelle altrui sono alla base della possibilità di costruire un rapporto tra medico e paziente – spiega Delorenzo – e i benefici non sono esclusivamente legati alla sfera del benessere psicologico. La medicina narrativa facilita, soprattutto, i successi in termini di terapia:  un paziente che si sente ascoltato, e quindi compreso, segue più volentieri la terapia che il medico gli ha dato, perché quella terapia non è più qualcosa di calato dall’alto, ma il risultato di una storia costruita insieme. Quella terapia, sente il paziente, se l’è scelta anche lui”.
Un approccio umanistico, e umano, alla medicina, in un mondo spesso parcellizzato e disumanizzato, e che risulta particolarmente utile per rendere più efficace anche l’azione della medicina tradizionale.
Ascoltare e raccontarsi: due parole d’ordine straordinarie e continuamente sottovalutate.
A quando lo stesso corso, possibilmente obbligatorio e altrettanto gratuito, per gli insegnanti della scuola italiana?
di Vanessa Niri tratto da Wired

giovedì 21 aprile 2016

Elenco Centri Malattie Rare Veneto

L'Elenco completo dei Centri Malattie Rare nel Veneto e nelle altre regioni lo potete trovare a questa pagina >